Auguri

Quelli che scrivono non sono capaci di fare gli auguri, i biglietti, gli annessi e i connessi. Quelli che scrivono a Natale al compleanno all’anniversario non hanno l’ispirazione. Sono buoni tutti gli altri giorni dell’anno, sono muti di fronte al mondo che festeggia. Le parole arrivano troppo tardi, arrivano quando tutti sono andati via e loro restano a osservare i resti della festa, e cominciano a sentire la nostalgia. Natale di quest’anno non fa la differenza. Sorridere non costa nulla, e poi fa anche bene, ma in fondo io non so cosa dire. Sospetto anche che la magia di Babbo Natale sia agli sgoccioli, le domande sono troppo precise, e le risposte scientifiche sono come la terra piatta. Domani qualcuno si sveglierà,  guarderà sotto l’albero mormorando eppur si muove. Se avete letto fin qui sospetto che lo abbiate fatto perché mi volete bene. Grazie. Come sapete, miei cari cinque lettori di manzoniana memoria, voi, assai spesso, siete e siete stati e sarete la mia ispirazione. E l’ispirazione è un dono che arriva improvviso ed esige attenzione, cura, amore. Per questo ho ricevuto bei regali in diversi momenti dell’anno. Per questo ho scritto poesie, pochi racconti, pensieri. E un film. Il film è stato il lavoro più intenso. È stato fatica e sogno, disperazione e liberazione. Non uscirà perché il cinema ha chiuso, il regista è fuggito e i protagonisti sono così pirandelliani da essersi dimenticati il ruolo per cui erano stati scritturati. Ho avuto l’onore di scrivere la loro storia. Non ho fatto in tempo a dargli un titolo. Mi piacerebbe svegliarmi e trovarlo sotto l’albero. Auguri