LO SPAZIO BIANCO


 

Il piacere. Il piacere è sentire. Senza sapere.

Sentirmi spaesata, ma non disorientata.

Attratta.

Dove è quell’Isola?

Una domanda che è come una cerimonia: io che cammino sulla passatoia rossa che si srotola di fronte a me fino ad un altare, io che dico a memoria tutte le preghiere che conosco, senza conoscere alcun dio, io che pronuncio parole scritte solo per me. E qualcuno mi ascolta.

Io che so come finisce la storia.

La storia finisce.

Non bussa nessuno.

Non ci sono più porte.

Ed è come un’estasi e una dannazione.

Posso buttare via tutte le chiavi e tenere soltanto quelle dell’irragionevolezza e del desiderio, come reperti di un tempo antico, per riscriverne la storia, come un romanzo, e cambiarne il finale.

Ma accade che i personaggi prendano vita propria, si ribellino alla penna dell’autore, macchino d’inchiostro il manoscritto, confondendo luoghi e parti.

Il piacere. Il piacere è sentire. Senza sapere. E’ lo spazio bianco tra una riga e l’altra, quello dove si sottolinea e si annota, dove si pasticcia la stampa con i pensieri.