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Non si indovina mai
con chiarezza
la direzione che prenderà l’ombra
al calar del sole.
Sotto cenere tiepida
riposerà senza sogni
il contorno infranto e misterioso
che somiglia,
ma non è,
cosa alcuna e vera.
Così mi sono raffreddata,
in maniera cosciente e volontaria,
indifferente al sole
e anche alla luna,
e lungo il corridoio dell’assenza
ho spento
una da una
le lampadine che segnalavano il percorso
verso l’uscita di sicurezza.
Se fossi diversa da me
avrei la soluzione per l’atterraggio d’emergenza,
parole tranquillizzanti,
ed esercizi anti-stress.
Eppure
non è nient’altro
che un po’ di tristezza superba,
quella che ti prende
quando arrivi in ritardo al funerale
di un cugino di terzo grado
residente a cinquecento chilometri
morto novantenne nel sonno
e di cui a stento
ricordi viso e nome.
“L’ argilla all’ argilla, la polvere alla polvere, la terra alla terra, nulla comincia che non debba finire, tutto ciò che comincia nasce da ciò che è finito.”
J. Saramago – Il Vangelo secondo Gesù Cristo