Camogli che sai di me…

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                                               Camogli, fine marzo 200?

 

 

 
Se penso a Camogli non posso non dire che non sappia di me più di quanto forse sappia io stessa.
 
Camogli sono due ragazze pazze in un luglio di qualche anno fa. Partono all’alba per il classico week.end al mare.
Vanno in discoteca le ragazze ma non hanno voglia di Riccione&Rimini.
Stanno leggendo Milan Kundera e sono un po’ innamorate, della vita certo e non solo. Innamorate di quegli amori estivi che ti fanno sognare.
Allora dicono andiamo in Liguria. Partiamo alle sei così non c’è traffico.
Tutte carine, belle anzi, anche se è mattina presto. Hanno un sacco di vestiti perché non si sa mai.
Luca Carboni canta mare mare mare e le ragazze belle partono destinazione non sanno ancora.
La radio canta le canzoni dell’estate e l’auto corre verso il mare.
Ad una delle due viene in mente Camogli. C’ è stata da piccola, avrà avuto 11 anni. L’altra dice va bene, andiamo lì, mi fido. E così con la meta definita il viaggio prosegue.
Si fermano all’autogrill per fare colazione, e parlano parlano parlano, perché le ragazze innamorate continuano a parlare dei loro amori, quegli amori che non le avrebbero portate al mare.
Ma le belle ragazze nessuno le può fermare.
Arrivano a Camogli, con la voglia di mare addosso. La spiaggia di ciottoli è ancora deserta, stendono gli asciugamani e si tuffano nel mare. Prendono il sole, leggono Kundera, che però al mare fa venire sonno.
E parlano, hanno sempre un sacco di cose da dirsi.
E guardano Camogli, le case colorate, la gente che arriva sulla spiaggia.
Sembra di essere dentro un quadro tanto è bello.
Le ragazze vanno a scoprire Camogli. La chiesa a picco sul mare con la sua terrazza. Il molo. Le stradine strette, le scalinate ripidissime.
E continuano a dirsi, ma perché sono qui con te?? Non vale, ci devo ritornare!
Trovano un alberghetto. Stanza senza bagno. Vista mozzafiato. Una cosa che quando apri la finestra si maledicono a vicenda perché l’una è in compagnia dell’altra.
Perché poi sono contente di essere lì insieme, ci mancherebbe.
Ma sono innamorate, non dimentichiamolo.
Le ragazze belle sono anche buongustaie. Vanno al ristorante spesso, ordinano il vino, l’acqua è pei perversi e il diluvio lo provò.
Arriva sera, doccia, crema profumata e poi cosa mi metto? Che poi non è un dramma scegliere, è solo un piacere, e anche un po’ una sfida.
E’ quasi buio e Camogli si traforma.
Le ragazze traballano un po’ sui tacchi alti, ma non importa, a loro piace così.
Hanno visi sorridenti, arrossati dal sole, i capelli sciolti ad asciugarsi al vento.
Scelgono un ristorante, si siedono: tavolo vista mare, qualche dubbio?
La cena è per forza perfetta.
Le ragazze sono allegre adesso, complice il vino e l’aria fresca .Passeggiano sul lungo mare. Avanti e indietro.
Parlano. Quanto parlare. Sempre di amori che si fanno sospirare.
A volte i desideri si avverano anche senza aver visto cadere una stelle, o due.
A volte si può scegliere se far avverare il desiderio o no. Due sms che dicono più o meno sei al mare allora? Dove? Ti va se ti raggiungo? Uno svizzero e un milanese che non si conoscono!
Le ragazze si guardano negli occhi: sono amori di passaggio e qui sono fuori luogo. Un no garbato: ci stiamo divertendo.
La notte passa a parlare ancora.
A raccontarsi quello che saranno.
A guardare l’orizzonte del mare, a confidargli segreti e domande.
Camogli e il suo mare ascoltano il cuore.
Non danno risposte.
Sono pezzi di un viaggio.
Le ragazze belle mangiano i camogliesi al rum e si leccano le dita guardando sorgere l’alba dalla finestra con vista mozzafiato.