RossoPensiero 15

ErrePi 15

 

MILANO

“Milano. Piove. C’è vento. E’ arrivato l’autunno. Mi fa strano camminare in via Festa del Perdono. Familiare ed estranea allo stesso tempo. Mi fa un po’ male. Riprenditela.  Ma bene anche. (…) Sono davanti al numero 7”. E piove. Devo riprendermi questi luoghi. Riappacificarmi. “14 minuti”. Distrazione. Li devo toccare. Annusare. Devo ritrovare gli odori. Devo sentire. Immergermi dentro.

 

LIBRERIE

Immergermi nell’aria fossile della libreria Cuem, nell’odore di carta e di carte, nelle Novità Poesia, sfogliare libri nuovi di poesie nuove di poeti nuovi, libri nuovi di vecchie poesie di vecchi poeti. Pessoa. Poemi di Alberto Caeiro. Collana Labirinti. Edizioni La Vita Felice. Giuro!

Immergermi nel piano interrato di Libri e Cose. Un viaggio lisergico, da bibliofili perduti. Remainders. Vecchie edizioni. Respiro quest’aria a pieni polmoni, come fosse aria di montagna. Mi entra dalla narici, va su nel cervello. L’anima si scuote. Rinasce. Si eleva. E’ una cerimonia questo ritrovarmi. Montesquieu. Saggio sul gusto.

 

Ci farei l’amore in questo luogo.

 

 

SCRITTURE E GRAFFIITI(METROPOLITANI)

Scrivo. Seduta sulla panca al IV piano.

 

Dove prima c’erano i cessi (sic!), quelli della Premiata Ditta Pompinare, prestazioni varie con tariffario annesso e numero di telefono fisso, c’è l’Istituto di Diritto Processuale Civile. E questa sì mi par proprio una caduta di stile! I rimatori del dolce stilnovo, ci vogliono proprio.

 

LA POLVERE

La Statale non brilla per illuminazione. Ed è bene, visto che tanto pulita non è mai stata. E la polvere che la ricopre e la protegge, la patina grigia, è una crosta di pulviscolo e terre, briciole e nicotina, resti, reperti, cocci, frammenti. Ci si ritrova comunque. Ci sono pezzi di me, infinitesimali. Esplorai i recessi più remoti della mia mente, come un polipo che allunga i tentacoli, per cercare le ragioni del mio disagio, senza trovarle. Ma a un tratto esse mi si rivelarono con la forza dirompente di un’esplosione, con

l’ineluttabilità di una catastrofe.[…]
Non eravamo vivi, noi, ci limitavamo a sfiorare la vita senza mai afferrarla”.
Chiedi alla polvere, John Fante. Che fatica ritrovare la citazione!