LA PRIMAVERA

foto S.G.

La primavera di oggi è timida e stentata con guizzi improvvisi di sole e caldo buono, poi ti gira le spalle e piove, torna grigia. Ma travestita d’autunno senza foglie gialle è poco credibile.
La primavera è desiderio e purezza, verdi teneri e acerbi, come amori vergini intrisi di ogni possibilità.
Le gemme sono tagli nel legno vivo, vite lucide che si aprono al mondo, da mordere per assaporarne la linfa nuova.
La primavera ti prende per mano o sotto braccio, ti porta in giro a vedere i fiori che sbocciano, le magnolie rosa e i tulipani dai mille colori. Bevi l’ aperitivo all’aperto e ti sembra il primo giorno di vacanza dopo un anno di lavoro, anche se è solo un venerdì sera di aprile, sono le sette e c’è ancora il sole.
La primavera è la prima fragola, le prime maniche corte, i pantaloni blu di cotone leggero. La primavera chiude negli armadi i piumini e i piumoni, i golfini e i maglioni, apre il mondo ai colori, alla voglia di turchese e giallo, ai piedi scalzi sul pavimento fresco, che finalmente si vede lo smalto. La primavera è una bambina che corre nel prato, che grida dall’altalena la voglia di volare, conta le rondini e cerca coccinelle.
La primavera è il primo giro in moto che vai al lago o su e giù per qualche collina, che hai voglia di sentirti quella di una volta, anche se la nera non c’è più, e la rossa la devi ancora capire.

Una primavera l’ho scritta un giorno di febbraio che ero a Belgrado, o forse Berlino, o Lisbona.

Era una sera di primavera inoltrata. Il sole tardava a tramontare. Le rondini che volteggiavano nel cielo si rincorrevano senza raggiungersi mai. Dalle finestre aperte entrava un profumo indescrivibile che riempiva la casa. I polmoni fecero da cassa di risonanza ad un ricordo impreciso, sospeso tra il vissuto e il sogno. Sentii i battiti del cuore accelerare e un senso di smarrimento mi pervase, come una piccola morte; il tempo e lo spazio non erano più gli stessi. In quello stordimento non ricordavo il mio nome, la mia età né dove vivevo. Avevo la percezione del tutto possibile, come se la storia non fosse ancora stata scritta.

La primavera è quel profumo, sempre lo stesso negli anni, in luoghi diversi, ossigeno imprevisto e atteso insieme. Non ne conosco gli elementi. Fiori, pollini, germogli, si mescolano nell’aria tiepida e fragrante. Lo respiro con gli occhi chiusi e la sua potenza mi sorprende ogni volta.