ODE AL DISORDINE
Ammucchio i misfatti nei cassetti
nel disordine dei golfini sulla sedia
e i reggiseni appesi alla maniglia della porta
nella relazione finita sotto le cartellette azzurre
un tabulato di dieci pagine smembrato
come i calzini spaiati nella tana di un millepiedi.
Ogni spazio libero è un’India da colonizzare
o la conquista del West
che finisce come la caccia all’oro nel Klondike.
I giallini appiccicati sullo schermo del computer
sono la cornice di un quadro dadaista di Remember.
Ma i biglietti per la mostra dove li avrò messi?
Il segnalibro del libro che sto leggendo!
Uno dei magnifici sette sul comodino.
Il disordine meticoloso rispetta la teoria della sostenibilità della diffusione.
Che qualcuno ci provi a confutarla.
Io nel mio mondo stropicciato trovo tutto.
La diffusione può diventare arte, sapienza, insegnamento, eredità culturale e stile di vita. Trascendere il significato di concetti comuni, modificare la percezione di oggetti cui tutti associamo un fine ben preciso. E cosi il divano diventa armadio diffuso e perfino un semplice appendino assume nuove funzioni mai sperimentate nemmeno dalle avanguardie. L’arte delle parole sublimata da quella del vivere il proprio essere nel modo più sincero e profondo. Mutate mutandis, buttandole nel cesto!
Ed i biglietti del teatro? 🙂
Se non fosse per i reggiseni appesi alla maniglia della porta, la tua ode mi calza a pennello 🙂 , in un linguaggio che fa sorridere per quanto ti ci identifichi, compresi i magnifici sette sul comodino…che al momento sono un pò meno di sette. Gli scienziati affermano che l’entropia governa l’Universo…ma quello stesso Universo ha una grazia ed un’armonia inafferrabile che non abbiamo ancora colto. Quindi, chi può dire che il disordine sia davvero disordine e non un ordine soggettivo? Come dici tu…che qualcuno ci provi a confutarla! 😉 Ciao Silvia e buona domenica!
Uno dei magnifici sette!
ora si vede!
Ora si vede 🙂
Libro assolutamente da leggere…. 🙂