ODE AL DISORDINE

Ammucchio i misfatti nei cassetti
nel disordine dei golfini sulla sedia
e i reggiseni appesi alla maniglia della porta
nella relazione finita sotto le cartellette azzurre
un tabulato di dieci pagine smembrato
come i calzini spaiati nella tana di un millepiedi.
Ogni spazio libero è un’India da colonizzare
o la conquista del West
che finisce come la caccia all’oro nel Klondike.
I giallini appiccicati sullo schermo del computer
sono la cornice di un quadro dadaista di Remember.
Ma i biglietti per la mostra dove li avrò messi?
Il segnalibro del libro che sto leggendo!
Uno dei magnifici sette sul comodino.
Il disordine meticoloso rispetta la teoria della sostenibilità della diffusione.
Che qualcuno ci provi a confutarla.
Io nel mio mondo stropicciato trovo tutto.