SUCCESSIONI
SUCCESSIONI
Puoi lasciarti raggiungere.
Essere meta.
Luogo d’ombra che protegge
o luce tiepida,
una promessa di riposo, mantenuta.
Puoi sentire salire la marea notturna
acqua nuda mescolata al cielo.
Sei la bocca assetata che non chiede sollievo.
Ti scava, dentro, un amore,
un movimento di deriva,
da un tempo vecchio.
Sei uno schiocco secco, di frusta, nel presente.
Sei passato di polvere, a cui non si domanda.
Il ticchetio risuona lento a segnare attimi.
Proprio così
Io non credo che ti si possa “rubare il mestiere”. La poesia è ancora qui.
Grazie PJ. La ruggine, a volte, non corrode ma trasforma.
Interessante! Bella!
Avverto – e ancora non padroneggio – un bouquet, una vera e propria fioritura di significati, allegorie, ambivalenze. Il tempo. Il succedersi degli attimi, secondi, ticchettii e infinite valenze, talvolta positive, più spesso ansiogene, inquietanti, come solo il passare del tempo sa essere…
Tornerò a leggerla a leggerti, qui. In un altro “momento”… Ho la sensazione che ogni volta leggerò qualcosa di diverso…
Si legge bene, mi piace sentirla così, in una giornata di vento
La ruggine è rossa. È un bel colore. Cangiante e interessante.
La ruggine è di ottobre. Non ci si può né opporre né porre rimedio.
Ci sento il divenire del tempo che non può essere redento, e l’ attesa, e la perdita, e altro ancora.
Ti vedo in gran forma, davvero.