…segui il Coniglio, Alice

Così camminiamo in mezzo alla campagna, in una giornata caldissima di finta primavera regalata, sole caldo e maniche corte, profumo di fiori, con un po’ di impegno lo puoi sentire.

Un coniglio corre nel campo che ti senti subito Alice.

Il cielo azzurro greco e la scia dell’aereo che dice qualcuno mi pensa. Due scie qualcuno mi adora. Tre scie qualcuno mi ama.

 

E se ci fossero le nuvole non mi pensaadoraama nessuno?

 

Pensiero che abita nel paese delle meraviglie, pensiero che cammina con le mani in tasca, fischiettando, come un vagabondo con la sacca sulla spalla, come un marinaio, appena sbarcato in un porto che non conosce.

Pensiero a passi lunghi ma senza correre, ritmo lento di caldo che non è luglio ma è sole che batte (direbbe Francesco, sul campo di pallone e terra e polvere che tira vento…), sole che picchia sulla faccia che se chiudi gli occhi sei già in estate.

Passano due cavalli neri neri , cavalli da tiro, e mi torna in mente Monaco e il biergarten dell’HB.

 

Strane associazioni di pensieri, associazioni segrete, cospiratrici.

 

Un vecchietto ascolta le partite, la radiolina nella tasca, la moglie accanto.

 

La finta primavera ad un certo punto è una data imprecisata senza Anno Domini.